mercoledì 26 settembre 2007

Pagine di storia


- EL ALAMEIN La tattica della Folgore -



Le tattiche d'attacco inglesi presentavano sempre le stesse caratteristiche di estrema rigidità agli schemi studiati a tavolino, cioè prevedevano un iniziale forte tiro preparatorio d'artiglieria e poi, dopo l'allungamento del tiro, un'avanzata a ranghi serrati di formazioni molto consistenti di fanteria, precedute spesso da carri. I paracadutisti si opposero a questa tattica, sia rimanendo costantemente nelle proprie postazioni da combattimento non riparate durante il tiro di preparazione, per essere in grado di entrare immediatamente in azione al sopraggiungere delle truppe avversarie, sia aprendo il fuoco tutti contemporaneamente, alla minima distanza. Prima di far ciò, tuttavia, si lasciavano deliberatamente sopravanzare dal nemico, per sorprenderlo col fuoco incrociato delle armi automatiche sui fianchi e alle spalle. In tal modo essi riuscivano a creare lo scompiglio tra gli attaccanti che, sebbene nettamente superiori in uomini e armamenti, venivano messi nella terribile condizione psicologica di non sentirsi protetti alle spalle. Altra tattica apparentemente suicida, ma nella realtà ampiamente vincente, fu quella del "contrassalto preventivo", adottata per evitare lo scontro diretto all'arma bianca che avrebbe visto senz'altro prevalere il nemico. Quando gli attaccanti erano a poche decine di metri dalle postazioni italiane, i paracadutisti balzavano al contrattacco col lancio di bombe a mano, proprio nel momento in cui l'avversario era più vulnerabile. Approfittando poi della confusione creata dalla oro azione, riguadagnavano la posizione di partenza. In tal modo essi annullavano la forza d'impatto degli attaccanti, ne scompaginavano le fila ed influivano negativamente sul loro morale. Si spiega così come riuscirono ad avere sempre la meglio contro forze anche dieci volte superiori e senza subire apprezzabili perdite. Il contrassalto fu applicato anche negli scontri con i carri armati, utilizzando bottiglie incendiarie ed altri ordigni di fortuna che, se non erano in grado di bloccare totalmente l'avversario, riuscivano ugualmente a sorprenderlo e rallentarlo (anche i carristi inglesi subirono il negativo impatto psicologico di questi assalti, facendosi prendere dalla paura e dal disorientamento). Il vittorioso combattimento di Deir el Munassib del 30 settembre meritò alla Folgore la prima citazione sul bollettino di guerra italiano; la Divisione, in questa circostanza, riassumeva ufficialmente il proprio nome, abbandonando quello di copertura in quanto, con il suo eroico comportamento in battaglia, aveva già avuto modo di farsi ampiamente conoscere, e temere, dal nemico.

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