sabato 8 settembre 2007

Dal Secolo d’Italia – Domenica 9 settembre 2001
Tribuna dei lettori

Otto settembre.1943 quel giorno a Porta S. Paolo


Ieri è stato ricordato, non diciamo, celebrato per carità di Patria, l’8 settembre 1943. Con la tragica divisione del territorio italiano in due diverse occupazioni straniere e, soprattutto, con la dolorosa separazione degli italiani.

La commemorazione si è tenuta, come sempre, a Roma, dove avvenne l’episodio, emblematico, significativo, della battaglia combattuta dalla Divisione Granatieri di Sardegna contro i tedeschi. L’Unione Nazionale Combattenti della Rsi nutre rapporti di reciproca stima con l’Associazione Nazionale Combattenti delle Forze Armate del Sud. Come sempre, l’Unc‑Rsi è stata invitata alla commemorazione di Porta San Paolo, ma l’invito non è stato accettato, e questo perché viene taciuta una verità essenziale: l’azione della Granatieri di Sardegna fu opera di “repubblichini”.

La sera dell'8 settembre venne annunciato, dal messaggio in disco di Badoglio, il cosiddetto armistizio. Tutti sorpresi, compreso il governo rimasto a Roma mentre Badoglio era in fuga; sorprese anche le forze schierate nella zona della capitale. Degli ottantottomila uomini di quelle forze, soltanto meno di un quarto decisero di fronteggiare la reazione tedesca. Il comando della Divisione Granatieri riuscì ad improvvisare un piano di difesa e seppe anche manovrare. Kesselring, per un attimo fu indotto a pensare a un ritiro delle sue truppe sull’Appennino tosco-emiliano; poi i tedeschi prevalsero. Tutti i militari italiani in servizio a Roma e nell’Italia Centrale, zona di competenza di Kesselring, furono lasciati liberi nessuno venne fatto prigioniero, a differenza di quelli del Settentrione, zona di comando di Rommel, che vennero internati in Germania.

Nelle commemorazioni ufficiali sulla difesa di Roma il comandante della Divisione Granatieri, gen. Solinas, e il suo capo di S. M. ten. col. Vivaldi Viappiani non vengono mai ricordati nonostante il merito dei dignitosi fatti d’arme sia loro. Non vengono nominati perché quando fu chiaro che l’armistizio era una menzogna che nascondeva in. realtà una resa senza condizioni essi scelsero di aderire alla Rsi. Cosi come fecero molti altri ufficiali e sottufficiali della Divisione.

Vincenzo Bianchi
Dell’Unc-Rsi
Roma

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