domenica 31 agosto 2008

Un calendario da scaricare


Da Ares Agenzia di Notizie Intervista Cappellari (Fondazione della RSI)

Si allega intervista apparsa su "Il Tempo" giovedì 28 agosto 2008.
Si raccomanda la massima diffusione.


Ossa umane senza nomi
Una verità ancora scomoda
Leonessa Archiviata l'inchiesta. La tesi degli archeologi:
«Potrebbero essere resti di caduti durante la Resistenza»


Roberto Scossone
A quattro anni dall'ecce­zionale ritrovamento nel le­onessano di ossa umane. probabili resti di una esecu­zione all'epoca della Seconda Guerra Mondiale. arriva lo sfogo del ricercatore Pie­tro Cappellari che. da quel giorno. chiede ancora rispo­ste alla Procura di Rieti.
Era il 26 agosto dei 2004 quando una spedizione ar­cheologica guidata dal pro­fessor Mario Polla e da Cap­pellani rinvenne. nei pressi della Torre di Fuscello. in una presunta fossa comu­ne. delle ossa umane e il bossolo di un'arma oltre ai segni evidenti di raffiche di mitragliatrice su un muro. autorizzando l'ipotesi di un'esecuzione sommaria. Avendo tutti i caduti avuto degna sepoltura eccetto quattro giovani appartenen­ti alla Repubblica sociale italiana il professor Cappellari (ricercatore della Fondazione Rsi) ipotizzò che fossero i resti di Guadagnoli. Corretti. Francescucci e Degli, i combattenti della Rsi fucilati nel leonessano.
Però dopo l'apertura del fascicolo d'inchiesta da parte della Procura, Il professore non ha avuto ohi notizie tanto da incaricare l'avvoca­to Alberto Pini per conosce­re lo status dell'inchiesta venendo cosi a sapere che il 15 dicembre del 2004 (ap­pena quattro mesi dopo) Gip Gianluca Soana aveva archiviato il fascicolo per «fatto privo di attuale rilevanza penale dal momento che è risalente alla seconda guerra mondiale ed é quin­di impossibile individuarne i responsabil».). Inoltre. qualora le ossa fossero dav­vero dei quattro combatten­ti della Rsi sarebbero dovu­te essere tumulare in un sacrario militare mentre so­no state seppellite nel Cimitero di Leonessa come quelle di civili non identificati.


Il ricercatore CarpeIlari: -A nessuno interessa conoscermi l’appartenenza
«Non dovevano essere sepolte nel cimitero civile»


Dopo quattro anni brucia ancora non conoscere la verità e soprattutto vedere l'indifferenza delle istituzioni. «Ricordo che fu l'evento mediatico dell'anno - spiega il ricercatore Pietro Cappellari - ammi­nistratori e politici tutti in prima linea, giornalisti che chiedevano interviste. con­ferenze stampa, e poi tutti si sono fatti indietro. Non riesco a capire perché. Fa male vedere che a nessuno interessa cono­scere la verità. E poi ancora: « Quelle ossa potrebbero essere di combattenti della
Rsi come del comandante partigiano Mario Lupo oppure di una ragazza di Polino fucilata in quella zona. Prima di passare alla tumulazione in un cimitero civile occorreva fare delle verifiche».
Intanto a fine anno Cappellari pubblicherà una dettagliata trilogia sulla guerra civile nell'Appennino Umbro-Laziale con un volume interamente dedicato a Rieti e provincia.
R. B.

giovedì 28 agosto 2008

Comitato Onoranze Caduti di Rovetta

COMITATO ONORANZE CADUTI DI ROVETTA
Sansepolcro, 24 Luglio 2008

Gentile Camerata,

il presente Comitato, tenendo conto del desiderio del Gruppo Reduci della Legione ‘M’ d’Assalto Tagliamento e del suo Presidente Sig. Gregorio Misciattelli, nonchè d’altri reduci, organizza per il giorno 7 Settembre 2008 la seconda visita alla Tomba dei Caduti di Rovetta, nel Cimitero del Verano di Roma, dove si conservano i Loro resti mortali.
Si tratta della seconda edizione della iniziativa che, dopo il successo della prima visita del Settembre dello scorso anno, mira a dare ai Caduti di Rovetta due momenti commemorativi annui, uno a Rovetta in primavera e uno a Roma in autunno.
Siamo lieti, quindi, di invitarti a essere presente a questo appuntamento importante, che ci permette di ritrovarci per visitare ed onorare insieme i nostri giovanissimi Martiri sul luogo dove i loro corpi giacciono, e dove sarà per Loro celebrata la Santa Messa, e impartita la Santa Benedizione.
Ti alleghiamo il Programma della Visita, e nell’attesa di incontrarti, ti salutiamo romanamente
Franco Mandelli
Presidente Comitato Onoranze
per i Caduti di Rovetta

Comitato Onoranze Caduti di Rovetta

COMMEMORAZIONE DEI CADUTI DI ROVETTA
2^ Visita alla Tomba nel Cimitero del Verano di Roma

Roma, 7 Settembre 2008


P R O G R A M M A

Ore 10, 30
Incontro all’ingresso secondario del Cimitero del Verano nel Piazzale delle Crociate (poco prima della Tangenziale).

Ore 11,00
Visita alla Tomba dei Caduti di Rovetta dove, alle ore 11,30, verrà celebrata da Padre Massimo, Parroco della Chiesa Sacrario di tutti i Caduti, la Santa Messa in suffragio dei Martiri, ed impartita la Santa Benedizione.

Ore 13,30
Pranzo.

Ore 16,00
Eventuali comunicazioni e commiato

Riferimenti

Per altre informazioni, prenotazioni del pernottamento di sabato sera 6 Settembre 2008 e per il pranzo di domenica 7 Settembre 2008 rivolgersi a:
Paolo Piovaticci, Tel. e Fax 0575 733412, cell. 335 5280754
oppure a:
Hotel New Gemini (Sig. Alex) Tel. 06 44291143, Fax 06 44242623
facendo riferimento al GRUPPO TAGLIAMENTO
Attenzione
Si prega gentilmente di dare conferma della propria adesione entro il 24 Agosto 2008.

Associazione Nazionale Cadutie Dispersi della RSI Delegazione Provinciale di Genova

L' Ass. Nazionale delle Famiglie dei Caduti e dei Dispersi della RSI,
con la presente, Vi invia formale invito alla Cerimonia Commemorativa del sacrificio dei 29 militari RSI trucidati il 15 settembre 1944 in località Erchi a Vigoponzo frazione di Dernice (AL).Con la speranza di incontrarVi numerosi.Ass. Naz. Famiglie Caduti e Dispersi della R.S.I.Delegazione Provinciale di Genova C. P. 5261 16155- Genova Pegli
I percorsi di 29 soldati della R.S.I. di diversa provenienza si sono indissolubilmente fusi con la memoria di queste colline in una giornata di fine estate il 15 settembre 1944.
Quì le loro giovani esistenze hanno incontrato la storia. Il loro ultimo sguardo ha abbracciato la dolcezza di questo paesaggio lo sguardo sgomento degli abitanti li ha accarezzati ed è nel ricordo di un bambino allora undicenne e in una fossa mai più’ richiusa nel bosco vicino.
(Dicitura della lapide posta nel Cimitero di Vigoponzo)
Caduti
X^ MAS Risoluti Balleani Armando Gatti Giovanni, Salvaterra Vittorio Beltrami
GNR 625°C.P. Otello Ghiggini, Domenico,Toni Francesco, Catellani Giacomo Mentasti Cesare, Di Terlizzi Michele, Ceccotti Luciano, Mino Walter, Roveta Paolo, Ciacca Fava Alvaro,Pasquali Carlo, Storace Andrea, Corfini Redento,Pasquenti Carlo,Rivera Angelo
Esercito Galifi Gaetano,Russo Giuseppe e nove militari RSI di cui, ancora, non conosciamo i nomi e il reparto di appartenenza.
=================================================================== Domenica - 14 settembre 2008 - ore 11 Vigoponzo (fraz. di Dernice - AL)
Cimitero Comunale S. Messa nel ricordo di 29 militari della Repubblica Sociale Italiana qui trucidati il 15 settembre 1944. ore 10 - Ritrovo uscita casello autostradale di Vignole Borberaore 11 - Vigoponzo - S. Messa presso il locale Cimitero.
Onore ai Caduti con la deposizione di una corona d'alloro sulla targa commemorativa. e sul cippo eretto sul luogo dell’eccidio.
Autostrada A7 - uscita a Vignole Borbera, dirigersi in direzione Rocchetta Ligure, giunti a Pertuso, procedere in direzione Dernice sino al cimitero di Vigoponzo dove si svolgerà la cerimonia.
La verità troppo spesso soffre, ma non muore mai.
Veritatem laborare nimis saepe... exstingui numquam.

mercoledì 27 agosto 2008


Istitut www.fondazionersi.org www.istitutostoricorsi.org



SEMINARIO DI STUDI STORICI 2008

Sabato 6 settembre 2008
(ore 10:00)
MOVIMENTI FASCISTI IN EUROPALezione di Massimo Zannoni

Sabato 6 settembre 2008
(ore 15:00)
IL PENSIERO DEL DUCELezione di Giuseppe Cancemi

Domenica 7 settembre 2008
(ore 10:00)
LA POLITICA ARABA DEL FASCISMOLezione di Stefano Fabei
Internal Virus Database is out of date.
Checked by AVG - http://www.avg.com
Version: 8.0.138 / Virus Database: 270.5.2/1562 - Release Date: 19/07/2008 14.01

giovedì 21 agosto 2008

Fwd:Afghanistan: un'estate in trincea ogni giorno su Radio24

----- Original Message -----
From: "Gianni Pase"

Sent: Monday, August 18, 2008 8:35 PM
Subject: Fw: Fwd:Afghanistan: un'estate in trincea ogni giorno su Radio24
>> Original Message >> From: <Basco.Grigioverde@libero.it>>>
Sent: Wednesday, August 06, 2008 8:24 PM>>
Subject: Fwd:Afghanistan: un'estate in trincea ogni giorno su Radio24>>>>>>
Da lunedì a venerdì alle 7 del mattino (ora italiana) vado in onda su>> Radio 24 con un collegamento dall'Afghanistan. Salvo problemi>> logistici o di sicurezza. Adesso sono con i marines nel sud del paese>> e nella seconda metà di agosto mi sposterò nell'Afghanistan>> occidentale con i soldati italiani. I collegamenti dovrebbero>> apparire anche sul mio sito http://www.faustobiloslavo.com/ e pure su quello>> de Il Foglio.
Se volete fate girare questo messaggio a chi può essere>> interessato al conflitto afghano, durante un agosto vacanziero in>> Italia.>>>>
Salutoni a tutti dal fronte afghano>>
Fausto>> >
Grazie Fausto per questa informazione, come ben sai questo spazio è a tua completa disposizione
Basco Grigioverde

giovedì 7 agosto 2008

Aero Club d'Italia Paracadutisti a Seul "un lancio nel Futuro"


AERO CLUB
d'Italia
NOTIZIARIO DI INFORMAZIONI DELL'AEREO CLUB D'ITALIA -ANNO I - NUMERO 3 - DICEMBRE 1988
PARACADUTISTI A SEUL
UN LANCIO NEL FUTURO
PARACADUTISMO


Paracadutisti
a Seoul


Un traguardo: salutare 'nel 1996, centenario delle Olimpiadi, il paracadutismo come disciplina con dignità pari all'atletica, al nuoto e agli altri sport.
FLAVIO VANETTI

Sessanta persone per coltivare un sogno: quello che il paracadutismo diventi protagonista all'Olimpiade. Sessanta sono stati infatti i parà lanciatisi a Seoul. Per loro una ribalta illu­stre: la cerimonia d'apertura, nella quale hanno saputo eguagliare, come spettacola­rità, il "serpentone" in costume coreano che si snodava nello stadio dei Giochi. Una dimostrazione suggestiva del potenziale del paracadutismo e un primo importantissimo passo sulla strada che porta all'inserimento ufficiale della disciplina. Un cammino an­cora lungo e pieno di difficoltà, nel quale i contatti "politici" e la diplomazia dovranno sposarsi alla tenacia nell'insistere.
"Ma a noi non manca il desiderio di anda­re fino in fondo, dato che certe resistenze sono ormai rimosse". Le parole di Gonippo Sebastiani, rappresentante dei paracaduti­sti nel consiglio dell'Aero Club d'Italia, sono una garanzia e un vessillo di battaglia per i prossimi anni, quelli nei quali si decideran­no i destini olimpici della specialità. Gli or­ganizzatori dei Giochi '92 di Barcellona non considerano per ora il paracadutismo tra le discipline dimostrative, anticamera obbli­gata per figurare poi a tutti gli effetti nel cartellone dell'Olimpiade. La battaglia si svolgerà proprio su questo punto. Seoul è stata un biglietto da visita significativo ma informale: Barcellona dovrà essere qualco­sa di più. "Non sarà agevole vincere le resi­stenze - riprende Sebastiani - ma non stiamo di sicuro con le mani in mano. Tutt'altro. Le pressioni sono già cominciate e prosegui­ranno d'ora in poi. Stiamo lavorando inten­samente per un obiettivo che reputiamo, realisticamente, alla nostra portata. Basta che ci sia un minuto di disponibilità da parte dell'interlocutore. È evidente che in su­bordine accetteremo anche uno slittamento
al 1996, però in ogni progetto ci si deve pre­fissare un traguardo principale: il nostro sarà Barcellona '92, anche per salutare dal '96 il paracadutismo come disciplina olim­pica con dignità pari all'atletica, al nuoto e agli altri sport. Quello sarà l'anno dei Giochi del centenario, dunque una ricorrenza sto­rica".
L'avventura del paracadutismo ai Giochi cominciò nell'ormai lontano 1975. In Jugo­slavia venne creato un comitato, presiedu­to proprio da Sebastiani, che ebbe lo scopo di presentare una proposta al Comitato Olimpico Internazionale.
L'ostacolo insormontabile fu in quella circostanza lo scarso interesse dimostrato da chi all'epoca presiedeva la Federazione Aeronautica Internazionale. Alla fine, tut­tavia, per i paracadutisti fu solo tempo per­so. Il disinteresse di chi avrebbe dovuto da­re loro una mano non riuscì infatti a smon­tare l'entusiasmo di riprovarci. Con un nuovo presidente, ovviamente.
La manovra fu avvolgente: politica da una parte, spettacolare dall'altra. Organiz­zare manifestazioni d'alto livello e invitare le autorità: ecco spiegata la strategia. L'I­talia allestì ad esempio i mondiali del '76: li seguirono, entusiasti, l'allora presidente del Coni, Giulio Onesti, e Mario Pescante, già all'epoca segretario generale del comi­tato olimpico. Fu un successone che lasciò un ricordo entusiasta nel vertice dello sport italiano. Piano piano la stessa cosa succe­deva in ogni altra nazione: ogni manifesta­zione serviva a creare il consenso attorno ai parà. All'inizio degli anni '80, ecco la svol­ta. Il nuovo presidente del Comitato inter­nazionale dei paracadutisti, Uwe Backa­man, ripropone il problema alla Fai, nella quale svolge le mansioni di segretario un
italiano, Iginio Guagnellini. I tempi sono cambiati, i parà sono visti in una luce ben differente, anche perché i comitati olimpici dei vari passi sono sensibilizzati sul pro­blema.


"Nella cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Seoul, i paracadutisti hanno saputo eguagliare. come spettacolarità, le più complesse coreografie messe in mostra dai coreani. Un buon esordio. in vista della piena ammissione del paracadutismo come disciplina sportiva".

Una svolta determinante giunge con il ri­conoscimento del paracadutismo come di­sciplina olimpica. Ciò non significa ancora che, automaticamente, sarà nel cartellone dei Giochi, né che in un'occasione ben de­finita verrà presentato quale sport dimo­strativo. Però è il riconoscimento di un "rango” che non ammette retromarce. È un punto fermo che potrà portare solo sviluppo del paracadutismo come disciplina olimpica è un punto fermo che potrà portare solo sviluppi. Dopo Seoul si apre un nuovo capitolo, tutto da scrivere. Ancora di marca Italiana è passo intermedio che deve avvicinare alla meta: partecipare a Seoul. In qualche mo­do, ma esserci. Ecco allora la coppa del Mondo dei Campioni, che si tiene voluta­mente, un anno prima. nella capitale sud-coreana. Il ghiaccio è rotto il resto è storia recente. Venticinque parà americani restano a lungo a Seoul per studiare la figura dei cinque cerchi olimpici (cinque atleti per ogni cerchio) e ripeterla in una infinità di prove: tutto il mondo l'avrebbe visto in apertura della manifestazione, era obbliga­torio metterla a punto senza sbavature. Poi ecco giungere tutti gli altri e lanciarsi, il giorno della cerimonia, in un interminabile e bellissimo salto collettivo terminato con un atterraggio di precisione e gli applausi scroscianti della gente. Nel gruppo anche un nostro campione, il bolognese Michele Maver. Questa è la sintetica storia di quelle che è successo fino a Seoul. Adesso si apre un nuovo capitolo, tutto da scrivere.

CONSEGNA MEDAGLIE E DIPLOMI AI CAMPIONI NAZIONALI DESIGNATIDALLA COMMISSIONE SPORTIVA CENTRALE PER L'ANNO 1988
VOLO A MOTORE
- ENZO BONI - Campione Italiano di Rally (Ae. C. REGGIO-EMILIA) - ERNESTO COLLI - Navigatore del Cam­pione Italiano di Rally (Ae. C. REGGIO-E­MILIA) -MAURIZIO ARMIRAGLIO - Campione Italiano di Rally Juniores (Ae.C. VER­GIATE) - CLAUDIO TOVAGLIERI - Navigatore del Campione Italiano di Rally Juniores (Ae.C. VERGIATE) -TOMMASO MORETTI - Campione Ita­liano di Acrobazia Aerea (Ae.C. LUGO) Categoria Illimitata - MARCO BRUSA - Campione Italiano di Acrobazia Aerea (Ae.C. MILANO) Cate­goria Intermedia - LUDOVICO BERNARDI - Campione Ita­liano di Acrobazia Aerea (Ae.C. LUGO) Categoria Avanzata - PAOLO FALCONI - Campione Italiano di Acrobazia Aerea (Ae.C. VITERBO) Ca­tegoria Sportman

VOLO E VELA
- GALETTO GIORGIO - Campione Italiano 15 m. (Ae.C. BOLZANO) - RICCARDO BRIGLIADORIJ - Campione Italiano CL. STANDARD (Ae.C. MILANO) - ROBERT MONTI - Campione Italiano CL. LIBERA (Ae.C.V.A.L.) - ANGELO GRITTI - Campione Italiano CL. CLUB (Ae.V.A.) - ALBERTO RIGHINI - Campione Italiano (A. V.A.L.) Categoria Promozionale RITIRA IL PREMIO IL PRESIDENTE

PARACADUTISMO
- ALESSANDRO RUGGERI - Campione Italiano (C.S.E.) Combinata Maschile Campione Italiano Precisione Maschile - PAOLO FILIPPINI - Campione Italiano Stile Maschile (C.S.E.) -SUSANNA MATARAZZO - Campionessa Italiana (Ae.C. SAVONA) Combinata Femminile
Campionessa' Italiana Precisione Femmi­nile -MARTUZZI FRANCESCA - Campionessa Italiana (Ae.C. BOLOGNA) Stile Femmi­nile - CENTRO SPORTIVO ESERCITO - Squa­dra Campione Italiana di Precisione - AERO CLUB VERCELLI - Squadra Campione Italiana Di Lavoro Relativo A 4

Da Folgore
Attualità
Paracadutismo
e olimpiadi
di Valdimiro Rossi
Perché il paracadutismo non si afferma come sport e non ottiene l'ammissione ai Giochi.
Il quadro italiano. Cosa fare in vista di una possibile "Roma 2004"

Chissà quanti han fatto le ore piccole. con tutto ciò che comporta. per soddisfare il desiderio di vedere in tempo reale, cioè nel momento stesso in cui si verifica. lo spet­tacolo della cerimonia di apertura delle Olimpiadi del Centenario.
Non si poteva non essere presenti al gran­de evento.
Sui molti paracadutisti che certamente c'erano. aleggiava - conscio od inconscio il desiderio di rivivere Seul '88, ancora così vividamente presente nella mente.
Allora, molti credettero che ormai fosse fatta, che il paracadutismo fosse sulla strada giusta per esser riconosciuto sport olim­pico. Ci si diceva che un tale spettacolo non poteva che aver fatto breccia nella mente e nei cuori di quanti l'avevano ammirato. Lo splendore dei cinque cerchi olimpici formati nel cielo da paracadutisti in caduta libera. l'incredibile atterraggio di precisione di un pentaplano nell'interno dello stadio ed infine il fantasmagorico susseguirsi di atterraggi di precisione di un serpentone che pareva non aver mai fine. Una dimostrazione di abilità e perizia. di pianificazione ed esecuzione impeccabili. La speranza era corroborata dalla convinzione che se gli statunitensi, cui si doveva in maggior parte l'eccezionale exploit. erano stati capaci di tanto in una terra così lontana. chissà cosa avrebbero fatto a casa loro.
Invece ad Atlanta '96 neppure l'ombra del paracadutismo. proprio come a Barcellona '92.
Quei paracadutisti davanti ai televisori, al termine della cerimonia. sentirono un pesante disagio interiore. Sentivano d'essere stati ingiustamente esclusi e si chiedevano per quali motivi il paracaduti­smo non fosse stato preso in considerazio­ne prima di Seul .88. per quali motivi pro­prio in quell'occasione vi fu il clamoroso debutto. peraltro senza un seguito ed, infi­ne se vi fossero chanches per uno sviluppo futuro.
Le considerazioni partono dalla constata­zione che non esiste una federazione inter­nazionale di paracadutismo che agisca con le finalità di qualunque altra federazione sportiva. che sono la definizione dei para­metri la divulgazione ed il perseguimento della affermazione dello sport rappresenta­to. ivi incluso il riconoscimento olimpico qualora non ancora ottenuto il che postula la preventiva costruzione del consenso nazionale ed internazionale.
Nel contempo l'informazione è totalmente assente. non c'è produzione di organi di Stampa, qualificati e autorevoli perchè espressione di organismo internazionale, riconosciuto. Ove dibattere le tematiche dello sport del paracadutismo.
L'altra campana sostiene che il paracadutis­mo è rappresentato dalla FAI (Federazio­ne Aeronautica Internazionale) e, nel suo ambito. dalla apposita commissione alle riunioni della quale partecipa un rappre­sentante dell'Aero Club d'Italia. il Delega­to di Specialità. Cosa dicano e cosa fac­ciano questi personaggi non è dato di saperlo. L'unica testimonianza della loro esistenza sono le varianti alle regole di competizione che ci sfornano ogni anno (altre cose le fanno ma non sono divulga­te).
Inutile e ridondante sarebbe riprendere qui un dibattito ormai antico. che peraltro non ha mai visto il prevalere - sul piano nazio­nale - di una tesi, semplicemente per abbandono di campo, anzi in qualche caso per cambio di scelta di campo (leggasi: ribaltone). come pare esser tanto di moda
di questi tempi. Ma è ormai universalmen­te condiviso che gli Aero Club non possono rappresentare il paracadutismo, per incom­prensione e incompatibilità congenite. I pochi piloti che abbiano fatto un lancio con paracadute potranno iscriversi al Caterpillar Club. ma non potranno mai capire lo spirito di chi abbandona un veli­volo per sport, anzi nel loro animo tale atto è legato alla terrificante possibilità dell'avaria al velivolo e del suo forzato abbandono. Per inciso va poi ricordato che lo sport non consiste nell'abbandonare il velivolo. così come per lo sciatore non è rappresentato dall'abbandonare l'impianto di salita e che non è la società delle funivie che gestisce lo sci. E che dire della antide­mocratica ed incostituzionale norma degli Aero Club, in virtù della quale i soci paraca­dutisti ed altri presunti sub sky-god (sky-­god=pilota) non hanno gli stessi diritti dei soci piloti?
La velocità del susseguirsi dei cambiamenti del nostro tempo non ha precedenti storici. eppure taluni, incartapecoriti. non ne avvertono gli effetti. I fatti. peraltro sono assai eloquenti. Coloro che abbandonarono l’A.N.P.d’I. matrice culla e. se si vuole anche matrigna del paracadutismo civile ed anche di quello agonistico. per approdare tra le braccia dell'AeCI - questo sì, sicuramente matrigno - da qualche tempo si danno un gran daffare per sottrarsi all'abbraccio che ora appare loro letale. Fioriscono le associazioni ed è sorta anche un'altra federazione sportiva (dopo quella primigenia e mai soppressa nata per volontà dei fondatori dell'A.N.P.d’I. quel­la della federazione delle federazioni: l'AeCI e di quella rifondata qualche anno fa dall'A.N.P.d.'l. stessa). che pubblicano belle riviste patinate ed hanno proprie pagine anche su Internet. Su di esse bellis­sime fotografie, notevole grafica. copertu­ra esauriente degli avvenimenti agonistici, tanta e tanta pubblicità, ma di informazione vera se ne legge poca. Il dibattito, ai esempio, che si legge ultimamente tratta della sicurezza, al riguardo della quale, farebbe bene una rilettura delle annate, arretrate di questa Rivista, anche se soli per evitare ripetizioni. Vi si leggerebbe tra l'altro la previsione. del resto lapalissiana che il conferimento dell'autorità certificatriva. di controllo ed ispettiva ad un'entità priva di qualsiasi expertise paracadutisti quale è il Ministero dei Trasporti. oltre ad essere gravemente compromissorio per la sicurezza, avrebbe avuto in sè il germe dell'anarchia. Di conseguenza ogni SCUOLA od istruttore. certificati da incompetenti organi. avrebbero operato senza alcun con trollo che non fosse la coscienza individuale (merce sempre più rara da reperire)finendo quasi ineluttabilmente vittime della logica del profitto.
Chi è pensoso delle sorti del paracadutismo chi lo ama. prova un enorme rammarico immaginando cosa sarebbe potuto diventare se. invece di abbandonare la casa madre. spesso per l'orinarsi il proprio piccolo reame. tutti avessero profuso risorse ed iniziative nel suo ambito. accettando anche la diversità dei soci e premiando. quindi. L’animus comune.
Senza voler erigersi a giudici e senza intenzione di chiedere i conti a chicchessia bisogna purtroppo riconoscere che prevalse la presunzione: la generosità. che pure è la dote caratteristica del paracadutista. fu latitante.
Prenderne atto sarebbe dimostrazione di onestà intellettuale. di grande senso di responsabilità e costituirebbe la partenza giusta per rifondare il paracadutismo civile italiano. Questo non ha potuto decollare. nè tantomeno volare alto. Lo testimoniano i magri risultati ottenuti in campo agonistico internazionale e lo scarso livello di competitività.
.
L'Oro mondiale l'han saputo conquistare solo atleti e compagini militari. Sì. Proprio il frutto di quella militarità che pare ad alcuni immotivatamente non poco indigesta. Ciò va detto non con malanimo ma per indurre a riflettere sui motivi che hanno consentito tali risultati, cui certamente metodo. organizzazione e struttura non sono alieni.
Al volo basso si è accompagnata carenza cronica di informazione e assenza di stimoli per ibattiti sereni ed aperti. I media continuano ad ignorare il paracadutismo. come ne fu eclatante riprova lo scarno e approssimativo, scialbo e totalmente non professionale commento dei nostri telecronisti

Proposte
Paracadutismo
La prima richiesta la presentò Cannarozzo nel '48 a Venezia


"Paracadutismo e Olimpiadi", il docu­mentato e suggestivo articolo del Gen. Valdimiro Rossi pubblicato sul numero scorso di "Folgore", non mancherà certo di accendere l'interesse dei paracadutisti italiani ai quali rinnoviamo l'invito a partecipare — con idee e proposte - al dibattito sull'attualissimo argomento pro­posto dall'intervento del nostro ex Presi­dente nazionale.
Argomento attualissimo perchè legato all'eco non ancora spento delle recenti Olimpiadi di Atlanta ed alla speranza di poter ospitare a Roma i Giochi del 2004
con l'auspicio di vedere nei cieli italiani aprirsi i paracadute sia pure in maniera dimostrativa in attesa di ottenere l'am­missione ufficiale tra le discipline agoni­stiche.
Argomento attualissimo eppure con ra­dici antiche se è vero che se ne parlò ad­dirittura nel 1948 in occasione della prima riunione internazionale di paraca­dutisti del dopoguerra: riunione che in pratica segnò la nascita del paracaduti­smo sportivo internazionale. Iniziativa pionieristica di grande importanza da ascrivere a merito principale del paraca­dutismo italiano: la riunione nacque in­fatti da un' idea di Totò Cannarozzo (un asso del paracadutismo mondiale) che la realizzò convocando a Venezia - nell'autunno del 1948 - alcuni dei più bei nomi del paracadutismo europeo di allora.
In quella sede nacque, su iniziativa italiana,il paracadutismo sportivo internazionale.
Il primo Campionato del mondo a Bled nel '51
La secca opposizione all'idea olimpica da parte della F.A.I. in una nota del '58

Quel giorno intervennero a Venezia francesi, jugoslavi e italiani per studiare i modi e le possibilità di trasformare il paracadutismo da attività di guerra (ap­pena conclusa) in attività sportiva. Sedu­ti attorno ad un tavolo studiarono la pro­posta italiana e decisero di organizzare delle gare basate sull'atterraggio più vi­cino al centro di un cerchio di 50 metri di diametro: vincerà chi si avvicinerà maggiormente al centro. Siamo nel 1948, l'unico mezzo di lancio è il para­cadute residuato di guerra: non deve quindi far sorridere se i 50 metri di allora si sono ora ristretti a 5 centimetri"
A Venezia si fanno poche chiacchiere: l'Italia ha dato l'idea, la Francia s'impe­gna a trattare presso la F.A.I. (Federa­zione Aeronautica Internazionale) le modalità di gara e la Jugoslavia si preno­ta per organizzare il 1° Campionato mondiale di paracadutismo sportivo. Viene fissata la data: 1951.11 1° Cam­pionato mondiale si svolgerà, in un clima di grande entusiasmo, a Bled in Jugoslavia e vedrà il nostro Milani do­minare nella precisione.
Nella riunione di Venezia in cui nacque il paracadutismo sportivo internazionale e si gettano le basi per il Campionato mondiale, si parla anche del sogno di portare il paracadutismo alle Olimpiadi. Proposta che verrà poi ripresa qualche anno dopo dalla rivista "Folgore" che si batte - purtroppo senza successo - per in­serire il paracadutismo alle Olimpiadi di Roma '60.
Personalmente rilanciai la proposta anche sulla rivista francese "Para Pres­se" nel 1958 ricevendo. però, una secca risposta negativa da parte di Vincent Balesi. l'allora delegato dell'Aero Club di Francia presso la F.A.I.
"Il corrispondete di "Para Presse" Gio­vanni Piccinni - scrive Vincent Balesi -chiede. nel n.23 del mese di dicembre. che i para­cadutisti siano am­messi ai Giochi olim­pici. Nella mia veste di delegato dell'Aero Club di Francia presso la Federazione Aero­nautica Internaziona­le. ho il dovere di pre­cisare che esiste una confusione nello spiri­to di quanti chiedono con insistenza che i paracadutisti vengano ammessi a partecipare ai Giochi olimpici. In­fatti il Comitato Internazionale Olimpico ammette nel program­ma dei Giochi solo gli sport atletici. ginnici, di combattimento (boxe. scherma. lotta, tiro). equestri,ciclisti­ci. il pentathlon mo­derno e. inoltre, una manifestazione d'arte. Il paracadutismo è uno sport aereo. Gli sport aerei sottostanno alla disciplina degli Aero Clubs naziona­li a loro volta raggruppati in seno alla Federazione Aeronautica Internazionale. Studieremo successivamente il rinnova­mento dei Giochi olimpici nei tempi mo­derni..."
Promesse, naturalmente, rimaste sulla carta: a distanza di quasi 40 anni non è stato fatto un solo passo avanti (a parte l'illusoria meteora di Seul '88) come del resto ha magistralmente documentato Valdimiro Rossi nel suo articolo del mese scorso su "Folgore".
Giovanni Piccinni

Questa attività che amo più di ogni altra cosa e anzichè essere incoraggiato (elo­giato sarebbe pretender troppo), mi sento dire dalla mia associazione d'arma che non valgo nulla perchè dei militari i quali non pagano i lanci, non pagano i mate­riali. non pagano le visite mediche, non pagano le spese di trasferta, insomma non cacciano fuori una lira di tasca loro ma anzi sono stipendiati dallo stato e quindi anche da me per fare i lanci ed allenarsi. sono più bravi di me.
Allora Signor Generale mi dici che sba­glio ad associarmi ad altri paracadutisti che vogliono come me fare agonismo, vogliono ottenere dei risultati, vogliono autogestirsi per cercare di migliorare le proprie condizioni sportive, sia sotto l'aspetto tecnico-agonistico. che sotto quello economico, che cercano comun­que di far sentire la propria voce. Perchè, Signor Generale, sbaglio a fare questo, cosa mi dà l' A.N.P.d'I. oltre all'orgoglio ed al caro e sempre vivo ricordo di esse' re appartenuto ad una gloriosa e presti­giosa brigata"?
Signor Generale, lei ha scritto cose giu­ste nel suo articolo, allora se il merito dei risultati ottenuti in campo agonistico è frutto di metodo ed organizzazione, se l'A.N.P.d'I. ha queste potenzialità, inizi lei Signor Generale a dimostrarci tutto questo, faccia girare a turno ogni due set­timane nei centri in cui i paracadutisti sono iscritti all'A.N.P.d'l. degli elicotteri o altri velivoli che permettano di allenarsi gratuitamente anche agli ex militari in campo agonistico e non solo per sporadi­ci lanci vincolati.
Si rammenti inoltre, Signor Generale, che se fino ad oggi i soci A.N.P.d'l. in particolare quelli che eseguono il lancio con il "tondo" per il controllo militare (1° e 2° lancio) hanno avuto la possibi­lità di lanciarsi, ciò è stato possibile gra­zie ed esclusivamente a quei titolari di centri CIVILI che a loro rischio e perico­lo hanno messo a disposizione velivoli, struttura ed esperienza.
Organizzi lei delle competizioni sportive nazionali ed internazionali, con lanci di gara e di allenamento con iscrizioni gra­tuite ai concorrenti italiani "civili" altri­menti quello che ha scritto non avrà valore alcuno Signor Generale, dimostri la "forza" dell'A.N.P.d'I. con i fatti più che con le parole e si assicurerà tutta la stima del mondo del paracadutismo.
Dia possibilità a pari condizioni di mani­festare A TUTTI e non solo ai militari le proprie potenzialità dopodichè se i risul­tati verranno ancora solamente dall'ambito militare allora si potrà pre­giarsi di questi, allorà sì che lei avrà veramente ragione Signor Generale.
Altrimenti tutti coloro i quali praticano questo sport pagando di tasca loro e soprattutto i competitori civili ed ex mili­tari, resteranno in attesa delle sue scuse Signor Generale".
Dino Cardinali (e altri soci di Alimarche)

Ed ecco la risposta del Gen. Valdimiro Rossi:
Quando in Redazione è giunto questo fax ci siamo chiesto dove avevamo sbagliato nel nostro articolo, poichè la replica non appariva in tema: forse non eravamo riu­sciti a trasmettere il messaggio.
Il riesame di quanto pubblicato ha indi­cato che il titolo era esplicito, la tratta­zione pertinente, il tono pacato, e che l'intenzione dichiarata era di esaminare lo status quo del paracadutismo in Italia e nel mondo in relazione alla possibilità che la disciplina del paracadutismo fosse ammessa tra quelle che disputano i gio­chi alle Olimpiadi.
E' vero che nel testo si accenna al fatto che in Italia i risultati agonistici di mag­gior spicco sono stati ottenuti da compa­gini militari, il che è un dato di fatto, per altro non peculiare del solo paracaduti­smo. Infatti, nella gran parte degli sport. quali ad esempio l'atletica o lo sci. gli atleti di spicco sono militari. Dato di fatto del quale non ci si è affatto dichia­rati soddisfatti.
Dunque, l'aver ricordato un dato di fatto ha offeso i paracadutisti di Alimarche. che hanno stilato un documento che ha le caratteristiche del vero e proprio "mani­festo" con tanto di firme autografe e che pretendono delle scuse.
Vediamo di andare con ordine.
In calce all'articolo si è chiesto contribu­to di pensiero per operare al fine di gua­dagnarsi l'agognata ammissione ai giochi olimpici. Non si può dire di averne avuto. Si è invece avuta la rimasticazione di un'antica diatriba che contraddistin­gue lo sport nel nostro Paese.
L'estensore dell'articolo non ha bisogno d'esser sollecitato ad "immaginare'', chè tutto questo. ed altro ancora, non solo gli è ben noto ma lo ha sempre posto alla base della sua opera nel campo del para­cadutismo. convinto com'è che anche in Italia sia necessario dare allo sport in generale ed al paracadutismo in partico­lare l'assetto decoroso ed efficiente che certamente merita. proprio grazie a quei paracadutisti che si pagano il lancio e tutti i balzelli che ora vi sono connessi. Lo testimoniano. se non altro, i numerosi articoli pubblicati su annate di "Folgo­re". ma forse ancor più una sia pur super­ficiale conoscenza dell'uomo. che per aver praticato il paracadutismo. anche da elevati osservatori, per oltre quarant'anni. forse ne ha recepito qual­cosa.
La tematica trattata nel fax era oggetto di esame e discussione quando. forse, i suoi estensori non avevano ancora l'età.
Ma tutto ciò ha poca importanza se pur ne ha. come poca importanza ha l'esser stato apostrofino con poco garbo. Ciò che veramente conta e che intristisce è constatare che non si ha coscienza dei veri problemi. nè tanto meno ci si rende conto d'esserne una causa, sia pure invo­lontaria.
Il motivo del non essere del paracaduti­smo civile italiano sta proprio nella con­dizione di "sparpagliati”, come direbbe Pappagone. in cui langue. Possibile che non si realizzi che solo nell'unione si può trovare la forza per promuovere cambiamenti atti ad eliminare proprio la condizione lamentata. che è la logica conseguenza di una normativa sbagliata (perchè non si ispira al principio della "sicurezza priorità uno") e profondamen­te ingiusta?
Purtroppo non è di consolazione sapere di averlo previsto per tempo, quando si trattava di tare proposte attuative dell'ormai famigerato DPR 566/88. e negli incontri si tentava di convincere la neonata Associazione degli Istruttori che era necessario dar vita ad una organizza­zione forte ed unica, piuttosto che a quel­la da loro concepita, frammentata in tanti piccoli nuclei (le scuole ed i Centri), che non avrebbero dovuto render conto a nessuno (poiché il Ministero dei Traspor­ti. non per malavoglia ma per struttura, non è in grado di esercitare controllo alcuno, nè tantomeno di impartire diretti­ve).
Si volle assumere che i dirigenti delle strutture fossero adamantini e super com­petenti, in grado di governarsi autonoma­mente. Un apprezzamento della qualità umana clamorosamente errato e solar­mente senza fondamento alcuno. E il paracadutismo civile è divenuto tragica­mente un commercio. come si era invano sostenuto.
Si sostenne allora e si sostiene tuttora che non c'è nulla di male nel commercio. E' vero, ma allora non si pretenda di par­lare di sport. che è ben altra cosa. ne tan­tomeno si abbia l'impudenza di volersi erigere a suoi paladini.
Se ci si perita di allargare un pochino l'orizzonte, spingendosi al di là delle Alpi. ad esempio. dove certamente molti paracadutisti italiani hanno assidue fre­quentazioni, si scopre che lo sport, para­cadutismo incluso, gode di ben altra organizzazione. che fa capo ad un Mini­stero, con strutture verticali di demolti­plicazione, capaci di assicurare l'indiriz­zo, il controllo, la sicurezza ed un ade­guato budget. Sì. perchè lo sport, sia per i cittadini quanto per la Nazione, è rite­nuto importante. E' un bene comune che non può esser lasciato all'arbitrio, nè alle leggi del commercio di singoli o piccoli gruppi.
E i risultati si vedono.
In Italia, invece, ed è questo il vero pro­blema. lo sport è dominio del CONI dove domina a sua volta il Calcio, che da noi da tempo ha perso ogni connotazione distintiva dello sport. per approdare a quella dello spettacolo con un giro di capitali colossale ed ingaggi miliardari. Ma qui il discorso sarebbe troppo lungo e ci porterebbe fuori tema.
Al CONI fanno capo le Federazioni. che dovrebbero avere struttura democratica rappresentativa sancita da uno Statuto riconosciuto ed approvato. nella quale i dirigenti sono eletti e nella quale gli elet­tori hanno possibilità di controllo e veri­fica.
Senza addentrarsi nella verità vera dello status quo, esaminiamo brevemente il paracadutismo. anche a rischio di ripete­re quanto già scritto nell'articolo in que­stione.
Il paracadutismo non ha una propria Federazione riconosciuta. L'unica orga­nizzazione di paracadutismo esistente in Italia, che sia riconosciuta (ha uno Statu­to che è legge dello Stato) è l'A.N.P.d'I. organizzata verticalmente (ivi incluso un Centro Sportivo nazionale che si confi­gura come una vera e propria federazio­ne sportiva) e con presenza su tutto il ter­ritorio italiano. Ma. paradossalmente. ad essa si vuole negare qualsiasi competen­za in campo sportivo, ignorando che è lo Statuto a conferirgliela.
Invece, il paracadutismo è stato coartato dall'Aero Club d'Italia nella sua veste di Federazione sportiva e poco o nulla vale che non c'azzecchi proprio. Come già si è detto: lo sport dello sci non è gestito dalla società delle funivie. E se fosse necessaria una prova provata basti consi­derare cosa tale federazione ha fatto per il paracadutismo ad oggi.
Che abbia fatto poco o nulla lo dimostra anche il fatto che già più di un soggetto ha tentato o sta tentando di fare una nuova Federazione di paracadutismo. che per ora rimane un'associazione di un gruppo di gentiluomini che sono andati da un notaio a far registrare le loro affer­mazioni. Davide e Golia. ma questa volta le possibilità di Davide sono tendenti a zero. Golia è potente e non è affatto disposto a farsi sottrarre il paracaduti­smo. non perchè lo ami. tutt'altro. ma perchè vi farebbe riscontro un diffalco dei contributi CONI.
Questa. in breve. è la nostra tragica storia e realtà. E finchè sarà così per lo sport del paracadutismo non ci saranno nè budget. nè incentivi, nè stages a carico della Federazione, nè aerei, nè paracadu­te. nè nulla di nulla.
Tutto questo è stato denunciato nell'arti­colo e si è detto: se non vi sta bene, come certo non vi sta bene, allora vediamo cosa si può fare. parliamone, discutiamo­ne, ma teniamo ben presente clic il suc­cesso postula l'unione di tutti i paracadu­tisti ed una struttura adeguata. idonea ad ntraprendere le opportune azioni nelle sedi appropriate.
Allora. che si vuole fare? Rassegnarsi e fare come Alimarche reclama il diritto di fare? (diritto che peraltro nessuno gli ha mai negato). Allora non lamentiamoci. specie con manifesti del tipo prodotto da Alimarche. Facciamoci ognuno il nostro piccolo nido, gettiamo a terra e grattia­mo chiunque si ritenga voglia insidiarlo. anche se solo ne parla ma non chiedia­mo scuse. suvvia!
Valdimiro Rossi


"Diamo vita alla Federazione
che avevamo creato nel '49"

F.A.I. o non F.A.I.. Se dovessi esprimere un voto direi: non F.A.I. Proprio nel senso che la F.A.I.. per quanto mi risulti, non ha tatto alcunché di universale necessità per gli sports aeronautici (con o senza moto­re). neppure dopo Seul.
Né ha fatto qualcosa l'Aero Club. organo italiano "periferico" della F.A.I. (sarebbe anche utile sapere cosa hanno tatto le altre
E allora. cosa fare'.'
Che ci sia una gran voglia di Federazione è fin troppo chiaro. L'A.N.P.d'l. può van­tare. a ragione. la primogenitura in quanto. come è noto. prima di assumere l'attuale denominazione. nel 1949 si chiamò FIPS (Federazione Italiana Paracadutismo Spor­tivo).
E' pur vero. però. che quale Federazione riconosciuta dal CONI) non ha mai ope­rato: anzi. sembra quasi abbia voluto lasciare ad altri la cura dell'attività pretta­mente sportiva tanto da affermare (art. 4 Statuto) che è l'unico Ente che cura e disciplina tutta l'attività paracadutistica civile avente interesse militare. Ho detto "sembra" in quanto di attività sportiva ne ha sempre fatta e con ottuni risultati sia in Italia che all'Estero.
Fatto sta che la delega della F.A.I. la ottenne Aero Club.
Sorge spontanea la domanda: forse l'Aero 'Club rappresenta tutto il paracadutismo sportivo? La risposta è negativa; anzi, non o rappresenta neppure al 50 per cento. Dopo Seul. è vero, sembrava cosa fatta! Concordo perfettamente su quanto Valdimiro Rossi ha egregiamente spiegato in merito alle varie fasi per il riconoscimento dello sport olimpico che, per essere tale. deve essere rappresentato da una Federa­zione riconosciuta dal Comitato Olimpico Nazionale ed Internazionale.
In tal senso il mio pensiero è stato espres­so più volte nelle varie sedi nazionali: fac­ciamo la Federazione.
Che non resti però un atto formale!
Una Federazione ha ragione d'essere se è espressione di generale volontà dei prati­canti la disciplina sportiva, di quella base che deve, necessariamente, costituirsi in Associazioni sportive o Enti di promozio­ne sportiva che, aventi tutti le stesse fina­lità si riconoscano in un organismo di
vertice. Nel '95 è nata la F.I.PA.S. a cui è stata invitata, un po' maldestramente. l'A.N.P.d'I. che ha espresso parere favore­vole autorizzando le Scuole a farne parte. Secondo me non basta: ribadisco quanto già proposto in Consiglio Nazionale ed in Assemblea: ciascuna Sezione A.N.P.d'I. dovrebbe costituire. al suo interno. Un Associazione sportiva multidisciplinare da denominarsi "Centro Sportivo Sezione A.N.P.d'l. di..." (e questo anche in sinto­nia con lo Statuto).
L'attività prevalente sarà il paracadutismo tua non verrà precluso qualunque altro sport.
In questo modo si potranno costituire i vari Comitati (Comunali, Provinciali. Regionali ecc.) della Federazione che avrà valenza da poter avanzare le richieste di riconoscimento al CONI. Con ciò non si deve paventare l'abbando­no dell'Associazione d'Arnia che è - e deve restare - il terreno cementante di qualunque nostro operare: spetta a noi questo onere di mantenere, divulgare, rafforzare e tramandare i nostri valori. Non è la prima volta che Un giovane. inizialmente "distante- dai nostri valori li abbia fatti propri dopo aver frequentato le nostre Sezioni. È evidente che costituire una Associazione sportiva significa trova­re uomini disposti a lavorare per puro spi­rito ed "imperturbabilità olimpica". affran­cati da interessi.. para-commerciali: la dif­ficoltà è proprio lì ma. questa. è... altra cosa!
Antonio Marras

Ancora no

Tino Gianbattista Colombo


348 2284969347 4218356-----

Original Message -----


Sent: Tuesday, September 03, 2002 10:52 AM

Subject: Sport Parachuting and the Olympic Programme>

During its meeting held on 29 August 2002, the International Olympic>

Committee (IOC) Executive Board discussed the Olympic programme for the>

future Games of the Olympiad, specifically the Games of the XXIX>

Olympiad in 2008 in Beijing. Following the recommendations of the> Olympic Programme Commission, the IOC Executive Board decided not to> admit parachuting to the Programme of Beijing 2008. While very> disappointed, the FAI thanks the IOC for its clear statements of the> arguments leading to this decision, which will be helpful for the> further development of parachuting and indeed all Air Sports.>>> Full texts and Internet links available below.>


Original text available in MS-Word format at :>

Jean-Marc BADAN> Promotional Manager>> Fédération Aéronautique Internationale>

Avenue Mon-Repos 24> CH-1005 LAUSANNE> Switzerland>>

FAI - The World Air Sports Federation>

Tel: +41 21 345 1070> Fax: +41 21 345 1077>
Email: jmb@fai.org> Website : http://www.fai.org/>>>


CLEAR RECOMMANDATIONS OF THE OLYMPIC PROGRAMME COMMISSION>
Only golf and rugby were recommended for admission to the Olympic> programme. The Commission recommended rejecting the applications of 14>

other candidate sports, amongst them parachuting, to enter the Programme> of the Games of the XXIX Olympiad in Beijing, 2008. The Olympic> Programme Commission pointed out that any changes in the structure of> the Olympic Programme should result in increased value and appeal of the> Olympic Games, that global public and media interest should be> considered as key elements in the analyses of sports, and that sports> should give special emphasis to youth and development. Taking into> consideration statistics on federation affiliation, number of nations> competing in major events, and broadcast and press coverage, the> Commission estimated that most sports bidding to enter the Games would> not bring a higher level of global participation and interest than> sports currently on the Programme. However, by interpreting Rule 52,> Paragraph 4.2 of the Olympic Charter ('.events in which performance> depends essentially on mechanical propulsion are not acceptable') as not> applying when mechanical propulsion is used purely as technical support> for the competition in areas unrelated to the sporting performance> itself, the IOC left the door open for future bids by air sports such as> parachuting.>> FUTURE OF AIR SPORTS IN THE INTERNATIONAL ARENA> Although the third attempt by Sport Parachuting to become an Olympic> sport has proved unsuccessful, FAI will continue to seek to develop Air> Sports worldwide, aiming to render them more popular and attractive to> the media. Among other projects, FAI is currently working on the 7th> World Games 2005 Duisburg, the 3rd FAI World Air Games planned to be> held in 2005, and FAI's 100th Anniversary in 2005. After a thorough> review, FAI - an IOC Recognised Federation - will consider whether to> submit further bids for parachuting, gliding, hang-gliding and> paragliding to be included in future Olympic Games.>> SPORT PARACHUTING AT THE 7th WORLD GAMES 2005 DUISBURG> As a proof of the major role played by air sports in the international> arena, the IWGA (International World Games Association) Executive> Committee recently confirmed that parachuting would be one of the main> attractions of the 7th World Games to be held from 14 to 24 July 2005 in> Duisburg (GER). For its third participation in the World Games, the> parachuting programme will consist of at least four disciplines : Men's> and Women's Freestyle Skydiving, Mixed Accuracy Landing and Mixed> Formation Skydiving. The inclusion of a fifth discipline - Canopy> Piloting - has been accepted in principle by the IWGA - Executive> Committee, subject to approval by the FAI Parachuting Commission in> February 2003.>> Lausanne, 3 September 2002>>
For further information :
http://www.fai.org/ / http://www.olympic.org/ /> http://www.worldgames-iwga.org/>>>> _______________________________________________________________________> This is a News release from the Fédération Aéronautique Internationale:>
FAI - The World Air Sports Federation.>>
FAI on the Web : http://www.fai.org/>>
To modify your subscriber status for the FAI-NEWS list, check> http://www.fai.org/general/subscribe.asp?list=fai-news>>