venerdì 3 agosto 2007

La guerra di Spagna nelle foto dei fascisti

Dal Quotidiano LIBERO 3 agosto 2007


LEGIONARI

La guerra di Spagna nelle foto dei fascisti




Per la prima volta in mostra le immagini scattate al fronte dal tenente Sandri, sbarcato a Cadice nel 37





PIERO MENARINI




8 febbraio 1937: dopo vari giorni di assedio l'eserci­to nazionalista libera Malaga dai "rossi". Tra i liberatori, malgrado si trattasse di una guerra civile, c'erano però pochi spagnoli e molti italia­ni, i legionari comandati dal generale Rossi (ironia di un cognome). L'operazione fu una prova di forza e di orga­nizzazione militari tali che persino la stampa anglosas­sone, ostile come si sa a qual­siasi concessione filo‑musso­liniana, parlò chiaramente di «una vittoria tutta italiana» ("Manchester Guardian").
Il Duce e Ciano, eccitati dal successo, si illusero che la partita si potesse chiudere in fretta a tutto beneficio del­l'immagine del regime nel mondo.

In appoggio ai nazionalisti

Fu così che già alla fine dello stesso mese iniziarono le partenze per il fronte spa­gnolo di nuove forze italiane, 44/60mila unità a seconda delle fonti, sotto il nome ge­nerico e prudenziale (visto che ufficialmente si procla­mava il non intervento) di C.T.V., cioè Corpo Truppe Volontarie, che comprende­va di 2 brigate e 3 divisioni. Una di queste era la celebre Divisione "littorio", presen­tata come una sorta di élite, ma della cui efficienza in realtà lo stesso generale Ber­gonzoli, al quale era stato af­fidato il comando, ebbe a la­mentarsi, visto che i 2/3 dei soldati non solo avevano mo­glie e figli, ma denunciavano un addestramento lacunoso, essendo basato principal­mente sulla partecipazione come comparse per la batta­glia di Zama del celebre film di Carmine Gallone, "Scipione l'Africano".
Ricordiamo questo episo­dio della guerra di Spagna perché proprio in questi gior­ni è stata inaugurata al Mu­seo d'Història de Catalunya di Barcellona una particolare mostra fotografica, "Legiona­ri. Italians de Mussolini a la guerra d'Espanya (1936­1939) ", che si chiuderà il 23 settembre, dopo aver toccato altre città spagnole, e che in autunno dovrebbe aprirsi a Bolzano, nel cui Archivio Provinciale si conservano le foto in questione. Tale mo­stra presenta per la prima volta al pubblico un centi­naio di fotografie (scelte tra più di 4 mila) scattate dal 1937 al 1939 proprio da uno dei legionari della "Littorio" e miracolosamente salvate dal­la distruzione.
Con un'indagine quasi po­liziesca, lo storico bolzanino Andrea Di Michele (già autore dell'importante saggio "L'italianizzazione imperfet­ta" e ora del catalogo della mostra) ha potuto ricostruire che il fotografo si chiamava Wilhelm Schrefier, nato a Merano nel 1905, il quale, verso la metà degli anni Trenta, decise di italianizzare il proprio nome in Guglielmo Sandri (forse in onore del ce­leberrimo e coevo campione motociclista).



L’incredibile ritrovamento

L' 11 febbraio 1937 Sandri sbarcò a Cadice col grado di tenente del Secondo Reggi­mento della "Littorio".
I suoi compagni sopravvis­suti lo ricordavano bene per­ché era ossessionato dalla fo­tografia e perché, parlando tedesco, era il collegamento con le unità naziste. Sandri rimase in Spagna sino al maggio del 1939 prendendo parte alle più importanti azioni militari italiane in ap­poggio ai nazionalisti. Torna­to in patria, si sposò nel 1941 a Bologna; poi di nuovo al fronte, prima in Jugoslavia, quindi in Africa, dove prese parte alla battaglia di El Ala­mein, nel corso della quale rimase ferito. Terminata la guerra risiedette ancora qualche anno a Bologna e in­fine si trasferì a Vipiteno do­ve, col nome di Willi Sandri, visse fino al 1979. Oggi è se­polto a Merano.

La straordinarietà dell'e­vento non risiede solo nella qualità e consistenza del pa­trimonio fotografico di San­dri ‑ che ritrae la campagna italiana in Spagna dallo sbar­co a Cadice al trionfale rien­tro a Napoli ed è di gran lunga superiore a quello conser­vato nell'Archivio Militare Nazionale ‑, ma anche nel­l'incredibile storia relativa al suo ritrovamento. Nel 1992, alla morte della moglie Nor­ma, l'intera collezione foto­grafica di Schrefier/Sandri (10 album) fu casualmente ritrovata dalla storica dell'arte ed etnologa Samantha Schneider in una custodia di legno abbandonata accanto ad un bidone dei rifiuti a Vi­piteno. La Schneider salvò così il prezioso materiale che nel 2004 fu acquisito dall'Archivio Provinciale di Bolza­no, per il quale Di Michele realizzò le sue esemplari ricerche.
Per capire la rilevanza di scoperte di questo tipo vorrei ricordare due affermazioni di Enzo Collotti pubblicate sul catalogo della importante mostra bolognese del 1999 sulla guerra di Spagna, " Im­magini contro". Ecco la pri­ma: «Sul ruolo del fascismo italiano in Spagna tutto è già stato detto dalla storiogra­fia».
È ovvio che poche o molte fotografie non necessaria­mente cambiano la storia, ma forse sì la valutazione sto­riografica. Mi pare infatti si­gnificativo che un archivio di tale imponenza abbia dovuto rimanere rigorosamente ine­dito e nascosto per tanti anni in quanto materiale fascista, mentre si usavano quelli de­gli altri volontari italiani in Spagna, gli antifascisti. Quin­di, sarà anche vero che tutto è già stato detto, ma sulla ba­se di dati discriminati. L'altra affermazione è la seguente: «l'equiparazione dell'antifa­scismo allo stalinismo è menzognera. L'allusione al tanto temuto (dalla sinistra) revisionismo è evidente, ed è giusto invitare ad evitare confusioni di concetti.

Storia scritta a senso unico

Ma qui non si tratta di re­visionismo, bensì di accetta­re un fatto assai semplice e cioè che le foto di Sandri di­mostrano inequivocabil­mente che non solo i "gari­baldini" comunisti, ma an­che i legionari fascisti pote­vano partire volontari per la terra di Spagna per difendere un ideale di libertà, ma op­posto. Oppure dobbiamo pensare che la partecipazio­ne ad una guerra di liberazio­ne dalla dittatura comunista dovrebbe essere meno legit­timata di quella di liberazio­ne da una dittatura fascista­-nazista?


MARCE SFIBRANTI ESPOSTI A BOLZANO IN SETTEMBRE


Per gentile concessione dell'Archivio provinciale di Bol­zano e del Fondo Guglielmo Sandri pubblichiamo alcune delle immagini tratte dalla mostra "Legionari. Italians de Mussolini a la guerra d'Espanya'; visitabile fino al 23 agosto al Museu d'Hystòria de Catalunya, a Barcellona. Le foto scattate da Gugliemo Sandri (in alto, un legionario; sotto a sinistra soldati italiani in marcia e a destra un piccolo fascista in divisa) arriveranno in Italia, a Bolzano, in autunno, dopo aver toccato varie sedi europee

1 commento:

  1. Vorrei ricordare che, accanto alle fotografie di Sandri, un' altra importante ed eccezionale collezione di fotografie della guerra civile spagnola è stata messa a disposizione degli storici Italiani e Spagnoli. Si tratta delle foto di mio padre, Michele Francone, raccolte in un libro ed in una mostra fotografica che hanno avuto grande successo in Spagna. Il libro si intitola; "Michele Francone,percorso nella guerra civile spagnola, el camino en la guerra civil." Chi fosse interessato si può mettere in contatto con me. Sono il figlio di Michele Francone, mi chiamo Giancarlo, e rispondo alla email : giancarlo.francone@libero.it .

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