venerdì 12 ottobre 2007

Milano 44 la strage degli innocenti

Venerdì 20 ottobre 2000

Gli innocenti

Gorla Milano 20 ottobre 1944 per non dimenticare

Agli amici, fratelli, sorelle che non ho potuto conoscere a causa di un bombardamento in pieno giorno su un obiettivo bellico segnalato dalla “resistenza per fare in modo che la popolazione milanese si ribellasse”

Signore Iddio, ti ringrazio per avermi salvata la vita
e ti prego a mani giunte, con tutto il cuore,
di vendicare i miei poveri fratellini
uccisi barbaramente dai liberatori.

Franca Bisutti anni 8

Nomi dei bambini massacrati dai « liberatori » il 20 ottobre nella scuola di Gorla:

ABBONDANTI Ernesta, di anni 7.
ALQUA' Dolores, di anni 9.
AMBROSINI Marisa Vanda, di mesi 16.
ANDREONI Edvige, di anni 6.
ANDREONI Franco, di anni 6,
ANDENA Vanda, di anni 7.
ANDENA Giorgio, di anni 9.
ANGIOLINI Cesarina, di anni 10.
ASSANDRI Marisa, di anni 10.
AVANZI Lucia, di anni 8
BACCINI Luciana, di anni 10.
BACILIERI Giancarlo, di anni 11.
BACILIERI Silvano, di anni 2.
BALDO Bruno, di anni 7.
BALLADORI Annamaria, di mesi 15.
BALUCI Teresa, di anni 7.
BALUCI Concetta, di anni 9.
BANDIERA Valter, di anni 9.
BAZZANELLA Giancarlo, di mesi 18.
BECCARI Lilia, di anni 2.
BECCARI Vilma, di anni 10.
BECCARI Stefania, di anni S.
BELLUSSI Ambrogio, di anni S.
BENZI Bice, di anni 6.
BERETTA Giuseppe, di anni 6.
BERNAREGGI Tullio, di anni 8.
BERSANETTI Loredana, di anni 6
BERTOLENI Vincenzo, di anni 7.
BERTOLESI Piera, di anni 7.
BERTONI Valter, di anni g.
BIANCHET Chiara, di anni lo.
BIFFI Pierluigi, di anni 6.
BIRAGO Silvana Adele, di anni 4.
BOLZONI Gianfranca, di anni 6.
BOMBELLI Giuseppe, di anni 9.
BONATI Carlo, di anni i.
BONFIGLIO Celestina, di anni S.
BORACCHI Vilma, di anni 6.
BORGATTI Elena, di anni 9.
BREMBATI Giovanna Elisah., di anni 8.
BREMMI Maria, di anni 11.
BRIOSCHI Paolo, di anni g.
BRIOSCHI Gianni, di anni 6,
BRIVIO Giovanna, di anni 12.
BURATTI Rosalba, di anni 7.
CACCIATORI Ernestina, di anni 6.
CALABRESE Loredana, di anni 6.
CALETTI Giarcarla, di anni 6,
CANDA Rosangela, di anni 12.
CARANZANO Margherita, di anni 7.
CARRERA Carlo, di anni 11.
CARRETTA Renata Teresa, di anni 9
CARRETTA Luigi, di anni 8.
CARRETTA Anna, di anni 7.
CASATI Giuliano, di anni 7.
CASLINI Adriano, di anni 10.
CASSI Giordano, di anni 9.
CASSUTTI Ida Santina, di anni lo.
CASTELLI Lorenzo Omobono, di anni 6
CASTELLINO Claudia, di anni 9.
CASTOLDI Rolando, di anni 7.
CATTANEO Carlo, di anni 5.
CAVAGNOLI Giuliana Maria, di anni 6.
CAVALLI Ornella, di anni 2,
CAZZANIGA Antonio, di anni g.
CELIO Anna, di anni 7.
CERUTI Giancarlo, di anni 7,
CINQUETTI Felice, di anni 10.
CLAPES Franca, di anni 1.
COLOMBANI Adriano, di anni 9.
COLOMBANI Rosanna, di anni 7.
COLOMBO Annarnaria, di anni 7.
COLOMBO Maria, di anni 10.
COMPITI Agostino, di anni 9.
CONCARDI Giancarìo, di anni
CONSIGLIO Riccardo, di anni li.
CONTATO Ropalia, di anni 6,
CONTE Vittoria, di anni 4.
CONTI Mirella, di anni lo.
DALLA DEA Marina, di anni 9.
DALLA DEA Vittore Paolo Abramo, di anni 7.
DALL'ORA Emilia, di anni 10.
DANIELI Gianna, di anni 10.
DE CONCA Luisa, di anni 10.
DIDONI Fausta di anni 10.
DIDONI Teresina, di anni 11.
DONEDA Giulia, di anni 6.
DORDONI Giancarla, di anni n.
FALCO Franco, di anni 6.
FARINA Gaetano, di anni lo.
FARINA Mario, di anni 6.
FARINELLA Giovanna, di anni R.
FERRARIO Luigi, di anni 6.
FERRE' Margherita, di anni 8.
FERRI Natalina, di anni 8.
FERRONI Pierino, di anni 7.
FONTANA Oscar, di anni 8.
FOSSATI Adele, di anni 6.
FRANCHI Dario, di anni 7.
FRANCO Domeníco, di anni 3.
FRANZI Angelo, di anni 6.
FREZZATI Rosalia, di anni 6.
FRONTI Angelo, di anni 6.
FUZIO Ezio, di anni g.
GALBIATI Rosa, di anni 3.
GALBIATI Rolando, di mesi n
GALLINA Clelia, di anni 12.
GARULLI Giovanni, di anni S.
GAVOLDI Antonio, di anni 9.
GHELFI Pasquale, di anni lo.
GILARDI Silvana, di anni 6.
GIOVANNINI Villiam, di anni 7.
GIULIANI Aldo, di anni 8.
GOI Eleonora, di anni 11.
GORETTI Edoardo, di anni 6.
GRANDI Enrico, di anni 7.
LAMBERTI Lamberto, di anni 9.
LANDINI Peppíno, di anni 8.
LIBANORI Giancarlo, di anni 6.
LIBRIZZI Maria ' di anni 11,
LOMBARDI Giuliana, di anni 3.
MAESTRONI Giuliano, di anni 6.
MAESTRONI Luigi, di anni 12.
MAJO Giuliano, di anni 7.
MAJO Santino, di anni 7.
MAROLI Ruggero, di anni B.
MARZORATI Roberto, di anni 8.
MASCHERONI Nella, di anni g.
MASIERO Gianfranco, di anni S.
MASSARO Antonio, di anni g.
MASSAZZA Natale, di anni lo.
MEREGALLI Mirella, di anni 6.
MERONI Adriano, di anni 9.
MIGLIORINI Maria, di anni 9.
MINGUZZI Graziano, di anni 10.
MOCCIA Carmela, di anni 6.
MODESTI Giancarlo, di anni 6.
MOIOLI Umberto, di anni 6.
MONFRINI Bruno, di anni 6.
MORETTI Licia, di anni 6.
MUTTI Giuseppina, di anni 10.
NASICesarino,dianni 8.
ORLANDI Graziella Maddalena di anni 7.
PAGANINI Giorgio, di anni 6.
PAGLIOLI Guido, di anni 9.
PAGOT Francesca, di anni 5.
PANIZZA Armida, di anni 6.
PANNACCESE Antonio, di anni 8.
PAVAN Gualtiero, di anni 6.
PAVANELLI Maria Luisa, di anni 10.
PEDUZZI Rosa Rachele, di anni 8.
PEREGO Maria Grazia, di mesi 22.
PETROZZI Sergio, di anni 7.
PIAZZA Mario Adolfo, di anni 6.
PIERIN Giuseppe, di anni g.
PIOLTELLI Anna, di anni 6.
PIROTTA Annunziata Ornella, di anni 6.
PIROVANO Adele, di anni 6,
PONTI Abele, di anni 6.
PORRO Emilio, di anni 6.
POZZI Elisa, di anni B.
PUTELLI Anna, di anni 6.
PUTELLI Pierina, di anni
RAVANELLI Pierluigi, di anni 6.
REDAELLI Franco, di anni 9.
RELLANDINI Franco, di anni 8.
RESTELLI Rosanna, di anni 6.
RHO Pierangelo, di anni 6.
RIZZOLI Gerardo, di anni 6.
ROMANDINI Maria Gabriella Federica, di anni 6.
RUMI Rinaldo, di anni 8.
RUMI Gabriella, di anni 6.
RUSCELLI Marisa, di anni 6.
SALA Maria, di anni 7.
SALETTI Giancarla, di anni 6.
SCOTTI Luigia, di anni 10.
SIFARELLI Biagio, di anni 4.
SIRONI Luigi, di anni 10.
SIRONI Ambrogio, di anni 7.
SONCINI Antonietta, di anni 7.
SORMANI Isabella Paola, di anni 4.
SORRAVIA Alberto Salvatore, di anni 5.
STOCCHIERO Armando, di anni 6.
STOCCHIERO Rinaldo, di anni 6,
STRANIERI Erminia, di anni 7.
TAMIAZZO Gianfranco, di anni 6.
TENCA Teresa, di anni 8.
TERMINE Giannina, di anni 7.
TROYER Giuseppe, di anni 12.
VALLI Antonio, di anni 7.
VELATI Giuliano, di anni 10.
VELATI Maria, di anni 7.
VERDERIO Ennio, di anni 6.
VERGANI Giovanni, di anni 12.
VICENTIN Mario,,‑ di anni lo.
VIGANO' Ernestina, di anni 7.
VIGENTINI Alberto, di anni lo.
VILLA Franca, di anni 4.
VILLA Lidia, di anni 6.
VOLPIN Mina, di anni 7.
ZAN1BONI Andrea Lorenzo, di anni 9.
ZANABONI Lidía, di anni 11.
ZANELLATI Rosa Maria, di anni 6.
ZELI Italo, di anni 7.
ZUCCHETTI Luigi, di anni S.
ZUCCHETTI Giovanni, di anni 5

I morti compresi i 200 bambini della scuola sono stati oltre 800 operai, operaie, cittadini inermi e oltre 700 i feriti,mutilati.


Nell'ultimo autunno di guerra, i destini del conflitto erano ormai decisi. Alle 11,30 le fortezze volanti americane cominciarono a sganciare bombe.
l’istituto elementare «Francesco Crispi» venne colpito,. in pieno. Le vittime furono 184,. tra bambini, maestre e genitori

20 ottobre di 56 anni fa il bombardamento della scuola di Gorla
FABRIZIO CARLONI

MILANO è stata l'unica città italiana a condividere il trattamento che inglesi ed americani riservarono a molte città tedesche e giapponesi nel corso della seconda guerra mondiale. Se è infatti vero che gli altri grandi centri abitati italiani, come Genova, Torino, Napoli, furono duramente colpiti, nel corso del conflitto, fu solo Milano che fu oggetto, in Italia, quasi con successo per gli attaccanti, dell'area‑bombing, che consisteva nella concentrazione nello spazio e nel tempo di una serie di pesanti attacchi aerei, finalizzati allo scatenamento del Feuersturm, il fenomeno fisico che trasforma,le metropoli in bracieri, facendo confluire dalle campagne venti fortissimi a più di cento chilometri orari, attratti dal calore infernale generato dagli incendi concentrati in aree urbane, grazie al lancio di centinaia di migliaia di spezzoni al fosforo, al napalm ed alla termite. Nelle grandi città tedesche e giapponesi colpite in questo modo, i morti inceneriti e soffocati dalla mancanza d'ossigeno si contavano a decine di migliaia per ogni incursione, anche nei rifugi meglio costruiti e più profondi. A Dresda, all'inizio del 1945, i civili uccisi furono tra i centomila e i duecentomila, in un'unica serie, ravvicinata, di incursioni round‑the‑c1ock
Milano ebbe anche il sinistro privilegio di uno dei peggiori massacri di bambini per bombardamento aereo, verificatosi durante la seconda guerra mondiale quando, il 20 ottobre di 56 anni fa, i quartieri di Gorla e Precotto furono attaccati dai quadrimotori americani. L’incursione arrivò di mattina: verso le 11,15 suonò il preallarme, alle 11,25 l'allarme. Le bombe cominciarono a cadere sulle case alle 11,30. Gli alunni della scuola elementare Francesco Crispi, nel quartiere proletario di Gorla, che sorgeva nella prossimità degli stabilimenti Breda e Pire114 si mossero sotto la guida delle maestre e dei bidelli con ritardo, visto che il preallarme era considerato a Milano con sufficienza, per i molti mesi trascorsi dall'ultimo attacco aereo. Quando i bambini cominciarono ad avviarsi verso il rifugio, dopo l'allarme definitivo, una o due bombe dirompenti, che avevano sfondato il tetto, esplosero nella tromba delle scale dopo aver attraversato i tre piani della scuola sino al livello stradale, provocandone il crollo e la strage di 184 bambini, di tutte le maestre e di molti genitori che erano accorsi per portarsi a casa i figlioli, dopo il suono del preallarme.
Nell'autunno di quell’anno, i destini della guerra erano ormai decisi e solo i più ingenui, tra i tedeschi e i loro alleati, speravano in una svolta della situazione, dando credito alle voci diffuse dall'abile ministro della Propaganda tedesco, Goebbels, sull'esistenza di armi segrete che avrebbero distrutto la potenza militare degli alleati e cambiato le sorti del conflitto. In particolare, mentre sui cieli della Germania e dei Paesi dell'Europa centro‑settentrionale occupata dai tedeschi il pedaggio da pagare per gli aerei dell’ Air Force dell'Usaaf e del Bomber Command inglese era ancora salatissimo per l'ottima rete di avvistamento anche elettronica, per la forte concentrazione di artiglierie antiaeree e di caccia diurni e notturni, i cieli dell'Italia, al di sopra dell'ultima linea di difesa tedesca, la Gotica, erano difesi da pochi cannoni della Falk e della Ar.Co. (Artiglieria Contraerea) della Rsi. Era la caccia dell’Aeronautica di quest’ultima che, con materiale tedesco e con gli ottimi ma pochissimi Macchi Mc 205 Veltro e Fiat g 55 Centauro, cercava, come poteva, di arginare la superiorità degli Alleati che, tuttavia, rimanevano padroni dei nostri cieli.
Per quell'incursione furono impiegati tre gruppi di bombardieri quadrimotori americani «B 24 Liberator della 15' Air Force, dispiegata, con forti aliquote, sugli aeroporti pugliesi deIrarea di Foggia. Obiettivì dell'incursione dovevano essere gli stabilimenti dell’Alfa Romeo e Isotta Fraschini, nella parte occidentale di Milano, e lo stabilimento Breda di Sesto S. Giovanni. Ispiratrice dell'attacco aereo fu la Raf, che dava gli stabilimenti come‑pienamente operativi anche se, in realtà, sia per la mancanza di materie prime, sia per gli scioperi e le sospensioni di lavoro, sia per la carenza d'energia elettrica, producevano a ritmo molto ridotto. Quarantuno aerei da bombardamento furono destinati all'Isotta Fraschini, trentaquattro all’Alfa Romeo; i trentasei destinati sull'area di Gorla appartenevano al 451° Bomb Group americano ed avevano, per obiettivo, la Breda di Sesto San Giovanni. Gli aerei di questo gruppo erano divisi in due scaglioni, il primo di 18,il secondo di 17, considerato che un aereo era dovuto tornare indietro per noie meccaniche: ogni scaglione era suddiviso in tre «boxes» con la caratteristica disposizione a triangolo che gli anziani che hanno vissuto quegli anni ricordano come un incubo. Le bombe furono sganciate da più di 7000 metri di altezza ed erano 342 da 500 libbre, per un totale di 35 tonnellate. Tutte e due le ondate sbagliarono il bersaglio, con la discriminante che le bombe della prima ondata andarono a finire in campagna con l'eccezione di qualcuna che colpì lo stabilimento della Pirelli, non lontana dalla Breda. La seconda ondata fu quella che con il suo 'errore determinò la strage dei bambini, sganciando le bombe a casaccio sopra i quartieri di Gorla e Precotto. Nella sfortuna si ebbe la circostanza favorevole che le scuole elementari «Francesco Crispi», che erano anche sede della direzione didattica per la ripartizione Gorla‑Precotto, svolgevano 'un doppio turno di lezioni con 250 alunni che frequentavano la mattina e 250 il pomeriggio, altrimenti, se i bambini avessero frequentato tutti nella mattinata, la strage avrebbe assunto dimensioni bibliche.
Giuseppe G., del 1936, un bambino di quegli anni, che scampò miracolosamente alla morte, in un'intervista del febbraio del 1992, mi riferiva: «Andavo alla scuola Francesco Crispi, ma con il gruppo delle case popolari Crespi facevo il turno pomeridiano. Il bombardamento del 20 ottobre '44 fu effettuato verso le 11 ‑ 11,3 0 di quel giorno; la giornata era bellissima e Gorla fu centrata tutta; una o due bombe presero la scuola. lo mi trovavo a viale Monza con mio fratello Pasquale, che era del '34, e con due amici, quando sentii l'allarme. Gli aerei erano moltissimi e disposti su due formazioni; volavano molto alti; non c'erano scoppi di antiaerea; vidi i grappoli di bombe che cadevano verso terra e, nel polverone succeduto alle prime esplosioni, fui risucchiato dallo spostamento d'aria nel cono di scoppio di una bomba. Mio fratello e gli amici, con l'aiuto di un signore che aveva lasciato il camioncino su viale Monza, mi vennero a soccorrere. Gli alberi del Viale erano abbattuti ed i binari divelti ed io fui accompagnato in un rifugio prima che due palazzine attigue fossero state centrate. Dal rifugio fui portato da mio zio alla guardia me­dica con la bicicletta perché avevo il braccio gra
vemente ferito e ci misi quattro mesi per gua­rire. La scuola fu centrata ed il ricovero cedette perché era una cantina puntellata dove c'erava­mo riparati in altre circostanze. I bambini ucci­si furono circa 200, con bidelli, maestre e qualche mamma che, per soccorrere i figlioli, era accorsa alla scuola. La palazzina subito dopo il ponte era la sede dei vigili urbani, e non fu colpita. I bambini uccisi nel turno mattutino era­no privilegiati rispetto a noi, che eravamo delle case popolari, e per questo c'era ostilità tra di noi. Ricordo, tra i morti, il figlio del droghiere che aveva il negozio a viale Monza, il figlio del­la maestra delle case popolari (sig. ra Giuliani) e la figlia del farmacista di Gorla: quest'ultimo si salvò perché si rifugiava con la famiglia nei ricoveri delle case popolari. Quando mi ripresi, dopo una settimana, l'Unpa tirava via ancora cadaveri dalle macerie. I tedeschi, prima del bombardamento, occupavano il parco Finsi ove avevano la contraerea».

Gli americani considerarono la strage con approccio professionale, una missione mal riuscita e contestarono la cosa al leader del 451° Group. Milano la considerò una tragedia, anche alla luce del fatto che, a parte i 184 bambini della scuola di Gorla, le 19 maestre e i 18 altri bambini del quartiere, quasi 500 altri civili lasciarono la vita nei palazzi popolari della zona nord e nord ovest della periferia cittadina; i feriti furono 600 circa, Giovedì 26 ottobre 1944 la città dichiarò il lutto cittadino ed alle ore otto il Cardinale Schuster celebrò in Duomo una Messa solenne.
Il federale di Milano Vincenzo Costa dichiarò che il bombardamento era stato effettuato nel tentativo di ucciderlo, mentre, alla vicina Breda, cercava di ricomporre una vertenza con gli operai in sciopero per evitare una rappresaglia tedesca. In realtà la strage fu causata da un banale errore di bersaglio, particolarmente grave, visto che si verificò non su una città tedesca pesantemente difesa, dove liberarsi del carico bellico per prendere una rotta di scampo era spesso un'esigenza da cui dipendeva la vita dell'equipaggio, ma su una città quasi inerme, ove centrare l’obiettivo, con i sistemi di mira in dotazione, era un compito poco più che routinario.

Sull'argomento dei bombardamenti alleati in Italia, ed in particolare a Milano, è uscito, edito da Mursia, in questi giorni, un libro di Achille Rastelli: «Bombe sulla città». Vale la pena di leggerlo perché è scritto bene e si inserisce nel filone della saggistica sulla seconda guerra mondiale, che sta ristabilendo la verità storica sulle vicende di quel conflitto in cui tutti, non sempre per necessità, furono cattivi.

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