martedì 16 ottobre 2007

Da Libero 16 ottobre 2007

Cosmonauta brianzolo

Dall'oratorio allo Shuttle il primo milanese nello spazio


Che emozione per Paolo Nespoli: tra una settimana parte la sua missione

EX PARACADUTISTA


Nato a Milano nel '57, Paolo Nespoli è stato nell'esercito per dieci anni. Ex parà, faceva parte del con­tingente italia­no in Libano

LORENZO MOTTOLA

«Dopotutto, non sono né un genio, né Superman, ma solo un normale ragazzo cresciuto all'oratorio in Brianza».

Tra pochi giorni si troverà davanti al pannello di controllo di uno space shuttle. Primo lombardo a viaggiare nello spazio, Paolo Nespoli non sente di essere diverso da tante persone. «Certo ‑ dice ‑ è più facile diventare ministro della Repubblica che astronauta, ma portando fino in fondo la propria passione tutto si può realizzare».

Nato Milano 49 anni fa, Nespoli è vissuto quasi sempre in paesini di provincia. In quel "quasi" c'è praticamente di tutto. Finito il liceo (in un istituto di Desio) entra nell'esercito. Qui diventa istruttore alla Scuola militare di paracadutismo di Pisa e poi incursore del battaglione d'assalto Col Moschin. Dall'82 all'84 lo troviamo in Libano, in forza al contingente italiano di pace. Una volta rientrato, decide di riprendere gli studi e nel giro di quattro anni prende due lauree in ingegneria, una a Firenze e una a New York, più un master sempre oltreoceano. Nel '91 entra nell'Agenzia Spaziale Europea e da allora fa la spola tra Mosca e Houston per prepararsi a volare.

Tra una settimana esatta il suo sogno si realizzerà. Viaggerà sullo shuttle Discovery per quattordici giorni. La missione, considerata una delle più complesse di sempre, prevede alcuni prevede anche l'installazione di un componente fabbricato in Italia sulla Stazione spaziale internazionale (Iss) e non a caso proprio Regione Lombardia è uno dei principali finanziatori del progetto.

In programma ci sono anche cinque passeggiate nello spazio, durante le quali dovrà essere spostato un pannello solare delle dimensioni di un campo da calcio. Lui però rimarrà sempre a bordo. «Mi chiedono spesso se ho rimpianti ‑ spiega Nespoli ‑ Certo, mi sarebbe piaciuto andar fuori. Ma ho un lavoro delicatissimo da svolgere e molta responsabilità».

E arrivare fino a qui spazio non è stato affatto facile: «Per prima cosa ‑ ha raccontato Nespoli ‑il team della Nasa ci ha portato quindici giorni in Alaska. Abbiamo dovuto usare un, kayak per spostarci quotidianamente per sei ore e abbiamo dovuto costruire un nuovo campo base ogni giorno. Settimane dopo, invece, siamo stati catapultati nel Wyoming a lavorare due settimane a tremila metri nella neve. Lo scopo di tutto ciò era naturalmente creare uno spirito d gruppo».

Il nostro astronauta, sarà uno dei quattro a dirigere le operazioni di rientro. In volo, dovrà eseguire alcuni esperimenti sull'effetto delle radiazioni e farà un paio di collegamenti con l'Italia, uno dei quali proprio con il presidente della Repubblica Napolitano

«Nei primi due anni di addestramento ‑racconta ‑ ho acquisito le qualifiche di base per volare, ma ho dovuto aspettare per altri sei anni per una serie di problemi, non ultimo l'incidente del Columbia». Per provare a salire su uno shuttle Nespoli le ha provate tutte. Recentemente aveva anche iniziato un addestramento nel centro russo di Città delle Stelle, dove si preparano i cosmonauti, nell'eventualità di una missione a bordo della Soyuz.

«Fare l'astronauta continua l'ex militare ‑ non fa diventare ricchi e famosi come qualche ragazzo mi ha chiesto in passato durante gli incontri nelle scuole. E' una professione che va intrapresa solo da chi ha veramente questo sogno.

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